Sui contest. Per le aziende.

Credo che questo appunto e questi numeri me li porterò dietro la prossima volta che un’azienda mi chiederà di concorsi.
In MOCA non ce ne occupiamo, al massimo li promuoviamo su internet, ma ogni tanto ci capita di finire in mezzo a riflessioni che ruotano in un immediato intorno.
Pubblico questa nota perché, magari, potrebbe servire anche a te.

Caso reale.
Virgin Radio ha organizzato un contest.
Lo svolgimento è semplice: carichi una foto, la fai votare, diventa eleggibile se raggiungi un minimo di voti (50, nella fattispecie), una giuria ti sceglie; non entrerò nelle dinamiche e nei meccanismi, anche perché spesso sono simili.
I premi sono: biglietto per Desert Trip (praticamente una reunion dei mostri sacri del rock, un evento unico), soggiorno in hotel (in California), biglietto aereo (andata e ritorno). Ah, il tutto per due.
Insomma, per chi adora il rock e vive di concerti, una figata pazzesca!

Un po’ di numeri.
Sono state caricate 1.960 foto.
Molte di queste foto non hanno registrato voti.
Le prime 100 foto, tutte assieme, hanno totalizzato 54.624 voti.
Mediamente si è raggiunta una media di meno di 30 voti per foto.
La foto 1^ classificata ha ottenuto 3.529 voti.

A livello numerico non è male.
Ma non è stratosferico.
Non ho idea di quelli che siano stati – e che saranno – i costi di promozione per Virgin Radio ma è anche vero che c’hanno rotto i cogl*oni per settimane alla radio. :)
Quindi, al di là delle questioni economiche, credo siano stati in grado di raggiungere una copertura notevole!

Insomma, premio fichissimo, dinamica di partecipazione semplice, altissima capacità di copertura mediatica, adesione al contest non disarmante.

Chiudo con le-cose-che-mi-porto-a-casa se fossi un’azienda che vuole cimentarsi nei contest:

  • il premio deve essere un bel premio il che può essere letto sotto due lenti: (a) ti costa, tanto! (b) lo sconto non interessa più a nessuno
  • definire un minimo di voti per rendere la foto eleggibile è una buona mossa per “forzare” l’autopromozione del partecipante almeno fino ad un certo punto
  • ok fare lead generation, ma chiedere di registrarsi per dare il voto ad un amico è davvero una forzatura
  • devi utilizzare molte risorse (e molti soldi!) per far giungere all’orecchio delle persone il contest (immaginiamo se Virgin Radio avesse dovuto pagare tutti quei passaggi in radio…ogni giorno, ad ogni ora, … :P)
  • il contest – magari il tuo primo contest – è un momento topico, ma solo per te; alla gente lì fuori poco importa, c’è la vita di tutti i giorni

Ecco. :)

6 commenti

  1. Alessandro Cappellotto

    Se ti ricordi ne abbiamo parlato a lungo, quando mi chiedevi della mia esperienza come community manager in Zooppa.

    Un aspetto su cui si riflette pochissimo è la soddisfazione del partecipante. Il premio è fichissimo, ma a vincere è uno solo (o pochissimi). Tutti gli altri hanno creato qualcosa, hanno investito il loro tempo, il loro cervello, il loro cuore e hanno perso. Quindi alla fine abbiamo: pochi contenti, tanti scontenti.

    Quale azienda lavora concretamente per soddisfare lo 0,1% dei suoi clienti e lasciare insoddisfatto il 99,9%? A parte la risposta ironica Tim, 3 e Vodafone, la verità è che nessuna azienda lavora con questo spirito.

    E allora perchè fare un contest?

    1. Marco

      […]Quale azienda lavora concretamente per soddisfare lo 0,1% dei suoi clienti e lasciare insoddisfatto il 99,9%?[…]

      Bellissimo contributo, Ale.
      Bellissima riflessione.

Se ti ho lasciato una pulce nell'orecchio, se non ti ho convinto del tutto o se mi vuoi solo ringraziare :) lascia qui un commento